Carlo Carli

Da “Caro Giovanni”

Parlare e scrivere sulla vita e attività artistica e poliedrica di Giovanni Lazzarini, noto a tutti con il nome di Menghino, significa riflettere su un secolo (1923-2003) nel quale il mondo ha subito tragedie e trasformazioni che mai prima l’umanità aveva attraversato. In questo contesto Menghino, nella sua Viareggio, è stato, con i linguaggi propri dell’arte e con l’impegno politico, testimone ed interprete.

Menghino, collocato nella sua dimensione familiare di marinai e poi di aiuto nell’omonima osteria del nonno, sente precocemente e con forza la necessità di seguire il suo talento artistico. Per me il nome di Menghino è associato al grande, imponente, efficace e straordinario gatto rosso del carro di carnevale del 1970 dal titolo “ARRIVA MAO” rimarrà indelebile nella mia memoria sollecitandomi a conoscere più a fondo l’artista così fecondo e poliedrico con molte tecniche e linguaggi (dalla pittura alla scultura, dalla incisione e grafica all’affresco, e poi alle vetrate).

Sono soprattutto i temi da Lui rappresentati legati ai marinai (con le loro famiglie) e al mondo del lavoro manuale, faticoso e spesso doloroso e tragico lavoro in mare, l’accentuare con il segno e il colore le forme dei volti e delle mani così (nodose) dei lavoratori, non solo vuole denunciare la fatica spesso non riconosciuta degli ultimi ma in particolare la voglia di riscatto a situazioni di ingiustizia sociale.

Questo suo sentimento di rivoluzionario ovviamente lo manifesta anche con l’impegno politico militando nel PCI, partito, che poi lo espellerà. Ciò non gli impedirà di continuare il suo impegno politico con l’arte in stretto rapporto con il sindacato CGIL. Voglio ricordare che una sua opera è collocata al Centro Congressi della CGIL di Roma. Molto originale è anche la sua tecnica del segno pittorico con la quale definisce le forme con gusto e un amore che lo collocherei nella tipicità dell’artigianato artistico ma che nel nostro Menghino si eleva a vera creatività artistica di valenza nazionale.

Concludo questo mio scritto e testimonianza dicendo che nei suoi ultimi anni di vita mi ha dato il privilegio di consumare, a mezzogiorno, alcuni pasti con Lui al suo tavolo all’osteria Menghino in via Pucci a Viareggio. Ancora una volta ho potuto constatare la profondità del pensiero e il suo grande talento di artista animato da un forte impegno civile che lo ha caratterizzato per tutta la sua vita.

Ciao Maestro Menghino.

On. Carlo Carli; New York, 9 ottobre 2023.