Luciano Lama

Una pittura popolare di racconti e di sentimenti nudi e veri

“Il mio giudizio sulla pittura e sul lavoro di un pittore non può essere fondato sul suo talento artistico misurando col metro dell’estetica, poiché non sono un critico e lascio naturalmente a chi possiede queste specifiche conoscenze e queste basi culturali il compito di un tale giudizio. Dirò semplicemente che i quadri di Giovanni Lazzarini fanno pensare, suscitano emozioni sincere, non lasciano magari ammirati, ma sentimentalmente indifferenti come avviene almeno a me di fronte a firme assai più celebrate collocate sotto rappresentazioni oleografiche piattamente veristiche o naturalistiche oppure, ancor più, sotto disegni e colori astratti e incomprensibili.

Spesso anche le tecniche consumate e la grande maestria formale non riescono a nascondere vuoti interiori, grande povertà di idee. Le ragioni della mia ammirazione per la pittura di Lazzarini stanno nel fatto che si tratta di una pittura popolare, tutta scolpita nel segno e nel colore, con quei volti di pietra, con quei corpi asciutti e talvolta spariti, con quelle mani enormi, dure, nodose che sanno di un lavoro difficile, pesante, che esprimono a un tempo dignità ed esperienza del mondo.

E’ una pittura popolare per i soggetti che sceglie generalmente a modello ma ancor più perché esprime i triboli di una vita aspra, affrontata senza sottomissione, direi quasi con serenità e con un senso del fato al quale l’uomo non si sottomette né si piega. Non ci sono né illusioni né pessimismi nella pittura di Lazzarini; essa esprime il senso della vita dell’uomo del lavoro del nostro tempo, liberato dei moderni idoli del successo s dell’esasperato consumismo.

Il lavoratore, l’operaio, il marinaio, la donna di casa stanno al centro del suo racconto con i loro sentimenti nudi e veri. Probabilmente la poetica della pittura di Lazzarini, che pur non discostandosi generalmente dai soggetti che egli meglio conosce e che nascono nel suo ambiente, si solleva alla espressione di valori più alti e generali, è connessa con l‘esperienza di vita e di arte del pittor. Egli è stato “carrista”, autore e pittore dei carri del carnevale di Viareggio.

E forse la sua pittura ci aiuta anche a comprendere più a fondo un carnevale che a come scopo, sempre, non l’esaltazione rituale del piacere, del potere e degli strati privilegiati della società, ma una critica dissacrante, talvolta spietata delle debolezze e delle malefatte di chi comanda, della borghesia trionfante, dei potenti e dei prepotenti.

In questa zona della Versilia non nasce col Lazzarini, ma trova in Lazzarini un continuatore efficace e originale, una vena culturale e artistica profondamente radicata nella società, ispirata a valori di progresso e di emancipazione del lavoratore e dell’uomo. E’ un’arte che riscalda lo spirito di coloro che operano per migliorare la condizione umana e che invita i lavoratori a non rassegnarsi e a combattere.”

Seg. Gen. CGIL, vice Pres. Senato, ex membro della camera dei deputati Luciano Lama