Arte e realtà di Giovanni Lazzarini
“…Attraverso il forte realismo di Lorenzo Viani, dei suoi personaggi sconvolti e abbattuti, attraverso la passionalità delle sue immagini, quasi schiacciate dal peso della loro umana sofferenza, attraverso questo, anzi, attraversando tutto questo come di un fiato, Lazzarini tenta insomma e raggiunge con i suoi “marinai” una sorta di liberazione poetica, imprevedibile e tutta sua.
Da quando Lazzarini, rompe definitivamente con il ciclo di una pittura di paesaggio, tanto di moda, quanto scarsa di soffi umani e poetici, e volta a guardare nella vita degli uomini semplici, nella forte e risoluta vita della gente di mare, dei calafati, dei pescatori, dei portuali , delle loro donne, di pescivendole, è allora che Lazzarini giunge, partendo da lontano, quasi rievocasse fatti e persone riscoperti in zone profonde della memoria, ad un realismo così vero ed essenziale come quello di oggi. E’ da qui che Lazzarini comincia con serietà e impegno ad ascoltare la lezione che ritiene più favorevole alla sua autonomia creativa, ma che forse era già prigioniera della sua mente : i grandi “maestri”, Picasso del periodo blu, Guttuso e il più vicino Viani, non fanno che mettere a fuoco questa sua intuizione personale.
Narrare per Lazzarini, diventa una necessità, una qualità; un narrare con colori e segni che si fanno sempre più padroni di concetti e di immagini della sua terra, del suo mare, di Viareggio. Un narrare di una natura vivente che respira – oltreché dai concitati convegni di uomini davanti al mare- dal legno di una barca, da un bozzello, da una vela, da una cima; un narrare , dicevamo, di questi convegni dove si possono incontrare, in una atmosfera mediterranea, personaggi di un’ epica verghiana: i padron ‘Ntoni dai pugni come fatti di “legno noce “.
Ma la forza della pittura di Lazzarini come quella di Lorenzo Viani( sia pur per opposte tendenze) è proprio nell’ attingere in una materia reale, densa di contenuti morali e di esperienze concrete, da conferirgli oltre l’arte, un valore di documento insostituibile per la storia del popolo. E’ in tale evidenza che noi sentiamo ogni momento, di saper comprendere i personaggi che la pittura di Giovanni Lazzarini ci presenta nei contorni più netti, e di vedere figure, che una volta assaporate e comprese, si stagliano nella nostra mente in modo così vivo che pochi autori trovare capaci di una evidenza altrettanto decisiva e persuasiva.
Ogni suo quadro, piccolo o grande, ha una sua pittoricità inconfondibile. Così nelle figure di marinai, a volte appena abbozzati con rapide linee e colori, così nelle darsene. Così nella capacità di variare i toni, tanto da dire che per ogni quadro c’è il “suo”, che è quello e basta, solo di quel momento, di quel racconto. Sono toni aspri, ma non drammatici, toni epici nei giusti limiti, nei lineamenti precisi e necessari, tratteggiati con sicurezza e con forza. Per tutto questo, per questo linguaggio così franco e spontaneo, noi ci accostiamo ai quadri di Lazzarini con intima contemplazione , sicuri che questo gergo, formatosi fuori da ogni accademia, è nato e cresciuto da un contatto vivo e diretto con la vita umana e paesana. E ancora qui, in questa mostra ci è dato di vedere e di riconfermare le lodi di un pittore autentico, Lazzarini è sicuramente un artista impegnato che ha qualcosa da dire e lo dice.
E’ uno dei pochi che avverte la necessità di misurarsi con la ricchezza della più autentica tradizione pittorica e artistica. Senza una narrazione, senza contenuti, senza problemi non può esistere, non è mai esistita una pittura valida: ce lo dimostrano Giotto o Luca Signorelli, Viani o Renato Guttuso…”
ALFONSO GATTO