Mario Pellegrini

“Di mare e di terra”
Tributo a Menghino attraverso la pittura

La pittura di Giovanni Lazzarini (1923-2003) ci viene incontro con la sua massiccia corposità seguendo le sale di Villa Paolina, dove è in corso la mostra postuma “Di mare e di terra”. In una sequenza senza soluzione di continuità, le figure del popolo viareggino colto nelle sue espressioni più immediate e genuine sintetizzando in maniera magistrale l’humus di una umanità che vive in bilico fra la terra in cui abita, appunto, ed il mare verso cui tende per sbarcare il lunario.

Ci troviamo pertanto di fronte alla fatica di ogni giorno, del quotidiano sacrificio personale, del lavoro come essenza del vivere. Più che di mare -anche se questa presenza è sempre in primo piano- quella di Lazzarini è una pittura soprattutto di terra, del resto suffragata dal suo forte impegno politico. Mentre rimane indissolubile la sua testimonianza figurativa -al di sopra e al di fuori del tempo- di cui ebbe a rendersi protagonista assoluto colui che nell’immaginario collettivo viareggino è forse meglio conosciuto come “Menghino”.

Infatti, osservando sia le scene di massa che i singoli personaggi che incombono nei quadri, si vede bene che la sua forza espressiva, è anzi è diventata lo “spaccato” di una città che non esiste più e che forse suscita più di un rimpianto. Anche e soprattutto per i colori corposi che caratterizza la sua tavolozza. Una città. Quindi, che se ancora esiste, la si trova soltanto nell’evanescente libro dei ricordi. Ed è proprio in conseguenza di queste considerazioni che scaturisce l’importanza di avere allestito questa mostra che finalmente colloca l’artista su di un piano che lo slancia in modo netto e irreversibile dall’altra dimensione creativa -a prescindere dalla grafica e dalla scultura- che nel corso della sua vita l’ha impegnato saltuariamente, ma con risultati parimenti eccellenti in una attività che attraverso la satira politica ha anche scosso il Carnevale.

Infatti  nel 1970 con il carro “ARRIVA MAO”, Giovanni Lazzarini non soltanto si aggiudica il primo premio, ma dà inizio a una lunga e fortunata stagione che è stata in grado di affrancare dalla tradizione della semplice evasione le costruzioni allegoriche dei corsi mascherati.

Mario Pellegrini, 2018

Viareggio: chiesina del porto
Il Cristo dei Pescatori è in restauro

Al porto di Viareggio sorge un’area verde su cui nel 1956 venne costruita la “CHIESINA DEL PORTO”, indissolubilmente legata a don Sirio Politi che fu il primo prete operaio della Diocesi di Lucca. Don Luigi Sonnenfeld che ne è stato stretto collaboratore e vi abita nell’annessa canonica da circa 50 anni, ci ha spiegato che “sono state avviate le procedure per il riconoscimento di quest’area, comprendente  anche le più vecchie tracce del primo decisivo lavoro di sistemazione del porto di Viareggio e del suo riconoscimento come città, quale sito di interesse culturale e turistico”.

Oltre al recupero ambientale che fiancheggia il piazzale “ Medaglie d’oro di lunga navigazione” all’esterno della Chiesina è in atto un altro recupero, questa volta artistico. Si tratta del murales che nel 1976 Giovanni Lazzarini affrescò sulla fiancata esterna- lato settentrionale e dedicato al “CRISTO DEI PESCATORI”. Un murales che , incentrandosi soprattutto nel ritorno a casa di questi lavoratori del mare, e quindi alla loro accoglienza, conserva tutto il suo messaggio in un tempo in cui questa molto spesso è posta in discussione. Purtroppo è ancora sempre esposto a tutte le intemperie, per cui si sta progressivamente degradando. E’ stato quindi deciso di procedere ad un restauro affidato alle sapienti mani di Carlotta Mori e di Corrado Giovannelli.

L’iniziativa è stata presa da don Luigi Sonnenfeld, Giovanna Lazzarini (figlia dell’autore), Carlo Lippi (genero e consigliere comunale), Maria Grazia Galimberti (collaboratrice di don Sirio Politi), dall’architetto Giorgio Polleschi (testimone della nascita del murales) e dal geometra Bettino Lasagna (esperto di procedure tecniche), tanto da costituire un comitato operativo per restituire definitivamente l’opera di Giovanni Lazzarini (a Viareggio conosciuto come Menghino) a quello splendore che originariamente lo caratterizzava. Ebbene , con un primo contributo della Fondazione Banco del Monte di Lucca, della direzione organizzativa del “Carnevaldarsena”, della società “Navigo” e di alcuni privati, il restauro di quello che può considerarsi un vero e proprio capolavoro di arte popolare, è iniziato nella parte inferiore da circa tre mesi, tanto da poter ammirare nuovamente quei colori tipici dell’arte figurativa del Lazzarini (di cui alcuni mesi fa è stata allestita  a Villa Paolina una grande mostra  antologica).

Se il tempo sarà clemente i restauratori sono certi che il “CRISTO dei PESCATORI” verrà nuovamente inaugurato nel periodo di svolgimento della prossima MOSTRA NAUTICA. Alla presenza di quasi  tutti i componenti del comitato sopracitato, ed in particolare di don Luigi Sonnenfeld, di Giovanna Lazzarini e dell’architetto Giorgio Polleschi, alcuni giorni fa è stato presentato ufficialmente lo stato di avanzamento del restauro affinchè si potesse constatare, alla luce della parte inferiore tornata ai colori originali, come fosse ridotto tutto il murales.

Tra l’altro c’è pure attesa  per il restauro dei murales dipinti dallo stesso Lazzarini sull’edificio di proprietà comunale che lungo il canale “Burlamacca” ebbe ad essere la vecchia Camera del lavoro. Edificio in cui dovrebbe approdare  la società Gaia che sembra si sia impegnata ad effettuare il restauro. Tornando al restauro del murales della “CHIESINA DEL PORTO” molto importante, soprattutto come recupero culturale di un’opera pittorica che potrebbe diventare l’inizio del recupero ambientale di una zona nel contesto della “vecchia Viareggio”- don Luigi Sonnenfeld ci ha spiegato che la chiesina è stata realizzata in una piccola porzione del porto di Viareggio che era conosciuta verso la metà degli anni 50 del secolo scorso come il “cantuccio del porto”.

L’angolo in cui venivano a finire le cose  che , per varie ragioni, non hanno una precisa collocazione e utilizzo. E’ così che si trovano tre “luoghi” ben caratterizzati nel loro reciproco aspetto, ma che ormai  nella loro assoluta continuità costituiscono uno degli angoli carichi di storia e di memorie che Viareggio non può permettersi di dimenticare e tanto meno di perdere: il “MOLETTO SANITA’ MARITTIMA E DOGANA”, la “CHIESETTA del PORTO” e la “PIAZZETTA MEDAGLIE D’ORO DI LUNGA NAVIGAZIONE” Senza dimenticare che sopra l’altare della stessa chiesina è collocato un bellissimo Crocifisso dipinto su tavola di rovere da Beppe Domenici, artista eclettico e polivalente .